sabato 23 aprile 2016

DIAGNOSI INFAUSTA (mala tempora currunt...non si può essere più indifferenti)



Oramai i rapporti lavoro / capitale sono così asimmetrrici (si leggano gli ultimi testi del sociologo Luciano gallino da poco scomparso) che ogni discorso su tale conflitto (oggi inesistente o se esiste è al contrario: i "potenti" che vincono su tutti i fronti) dovrebbe essere riannodato partendo dai mille fili sparsi e ammatassati. Considerate che non esiste più la grande fabbrica e che il mondo del lavoro è oramai frammentato in mille pezzi, spesso in competizione corporativa tra di loro, sicuramente disorganizzato. Lo stesso capitale è diviso ma una parte di esso è sempre più forte, potendosi spostare alla ricerca di condizioni favorevoli, dal punto di vista economico ed ecologico, in ogni parte del globo, oramai una vasta prateria di cacciagione alla "merce- lavoro" più debole. Esiste poi la massa informe delle partite iva e via di seguito. Il concetto di "interesse generale", in questo periodo del "si salvi chi può", è una chimera, qualcosa di impalpabile e sfuggente. La nostra società è sempre più complessa e articolata, difficilmente abbracciabile con un solo sguardo. In questo bailamme sistemico, la concentrazione della ricchezza aumenta e la disperazione di una parte del ceto medio, che scivola verso forme di povertà, anche...La politica latita screditata, incapace di progettualità, asservita spesso ai poteri forti, in ogni caso emogenizzata da quel neoliberismo che è oramai diffuso nel tessuto nervoso del capitalismo contemporaneo, divenuto stile di vita e forma mentis. L'individualismo e il consumismo che paralizzano ogni azione collettiva sono stati tenacemente introiettati come valori imprescindibili.
Insomma, una società sempre più a forma di triangolo (sempre più ricchi alcuni e sempre più impoveriti il resto), gerarchica, e non più a trottola- come fu quattro decenni fa- con un'enorme "pancia (il ceto medio e parte degli operai)" e con poca povertà che assicuravano la stabilità delle istituzioni.
Cioè, siamo arrivati ad uno snodo. Il sentiero sarà sempre più stretto e tra 30-40 anni, rebus sic stantibus, una serie di nodi diventeranno davvero esplosivi con effetti a cascata sulla tenuta politico-istituzionale. Insomma si prefigurano sciagurati scenari e uno di questi sta nell'abbattimento del Welfare state e nel ritorno della subalternità socio-economica di intere masse di individui atomizzati, in lotta fra loro solo per la sopravvivenza....Noi non ci saremo più, ma chi ha figli, oggi dovrebbe prendere tragicamente sul serio il nostro tempo e le diseguaglianze crescenti nonché le devastazioni ecologiche.
nanni mei (https://www.facebook.com/nanni.mei.9?fref=ts)

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