mercoledì 1 gennaio 2014

Il nostro polo nord


Buongiorno e buon capodanno a tutti quanti da Matteo!

Oggi voglio affrontare il discorso, difficoltoso e complicato, della salute dei ghiacci del nostro polo nord.
E' un argomento estremamente complesso, pertanto sarà impossibile esaurire in un breve post tutto quello che bisognerebbe dire, ma cercherò di riassumerne in breve gli aspetti principali.

Come alcuni sapranno, i ghiacci artici da qualche decennio non godono di buona salute. Nell'ultimo secolo le temperature sono aumentate costantemente, e di conseguenza i ghiacci si sono ridotti anno dopo anno, raggiungendo, nel 2012, uno dei valori di estensione e volume tra i più bassi di sempre (si veda la Figura). Negli ultimi mesi ho letto in giro alcuni che danno l'artico in forte ripresa, semplicemente perchè la superficie di mare ricoperta dal ghiaccio è aumentata discretamente rispetto al 2012: a novembre eravamo sopra di 420.000 kmq rispetto al 2012. Ottimo risultato? No! Infatti non ha senso valutare un fenomeno periodico e stagionale da UN SINGOLO dato. Rapportato infatti al valore medio 1981-2010 l'area risulta inferiore di ben 580.000 kmq, la sesta estensione più bassa per il mese di novembre da quando esistono i rilevamenti satellitari (circa 35 anni). Il trend globale rimane quindi ancora al ribasso.

Ma l'estensione non è il vero dato fondamentale. Ciò che conta realmente è soprattutto lo spessore del ghiaccio, quindi il volume. E qui i dati sono ancora peggiori. Come si vede dalla figura allegata, nonostante la leggera ripresa dopo il terribile 2012, il 2013 risulta in assoluto ancora uno degli anni peggiori.
Un altro indice (fortemente legato allo spessore del ghiaccio) di fondamentale importanza è l'età del ghiaccio presente. Più il ghiaccio è vecchio, infatti, più risulterà spesso e resistente ad eventuali cambiamenti climatici. Il dato, anche qui preoccupante, è che la percentuale di ghiaccio con età superiore ai 4 anni è diminuita dal 26% di 20 anni fa al solo 7% di quest'anno (dati riferiti a Marzo, come riportato in figura). Gran parte del ghiaccio risulta quindi essere molto giovane, con età inferiore generalmente ad 1-2 anni, risultando così molto vulnerabile al riscaldamento, che al polo nord in particolare risulta essere ai valori massimi da un secolo a questa parte (argomento su cui torneremo in un futuro articolo).

Approfitto dell'occasione per rivolgere ancora a tutti voi un caloroso augurio di buon anno!

Un grande abbraccio a tutti,
Matteo Miluzio

Nessun commento:

Posta un commento