lunedì 30 settembre 2013

Concorsi truccati all'Università due docenti ai domiciliari

Concorsi truccati all'Università due docenti ai domiciliari
L'Università di Messina 
La commissione giudicatrice e i vincitori delle selezioni venivano stabiliti a monte dagli arrestati, con la collaborazione di tre loro colleghi, adesso indagati. L'indagine scaturita da una falsa fattura rimborsata a uno degli arrestati
Nuovo scossone sull'Università di Messina, da anni al centro di inchieste e scandali legati alla corruzione dei docenti. La Guardia di finanza ha arrestato due docenti dell'Universita' di Messina ritenuti responsabili di avere inquinato un concorso per ricercatore in Microbiologia e Microbiologia Chimica, allo scopo di pilotarne l'esito. L'operazione, ribattezzata "Pacta servanda sunt", e' il risultato di indagini protrattesi per mesi e che hanno messo in luce un vero e proprio sistema deviato delle procedure concorsuali che regolano l'accesso al mondo accademico non solo messinese.

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Le indagini sono state coordinate dal procuratore aggiunto Ada Merrino e dal sostituto Diego Capece Minutolo. Le ordinanze di custodia cautelare, agli arresti domiciliari, firmate dal gip Massimiliano Micali, sono state eseguite nei confronti di un Direttore di Dipartimento dell'Universita' di Messina nonche' professore ordinario presso il medesimo dipartimento, e di un altro professore ordinario dello stesso Ateneo. Indagati per i medesimi fatti, altri tre docenti, che svolgono la loro attivita' anche in altre Universita'.

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Gli investigatori hanno accertato che sia la commissione giudicatrice, che il vincitore del concorso, venivano stabiliti a monte dagli arrestati, con la collaborazione dei loro colleghi. Nel concorso oggetto delle indagini, nonostante l'accurata pianificazione della procedura, che avrebbe dovuto chiudersi con la nomina a ricercatore di un parente di uno degli arrestati, la presenza di un candidato con un punteggio piu' elevato aveva creato qualche problema agli indagati che, per portare a termine il piano, sarebbero giunti a costringere il concorrente meritevole a ritirarsi consentendo la proclamazione del candidato predesignato.


"Pacta servanda sunt". I patti vanno rispettati, così in una intercettazione telefonica i due arrestati avrebbero concordato circa la necessità che il candidato, potenziale vincitore del concorso, dovesse rispettare
i patti, ovvero ritirarsi, dietro la promessa di una sua successiva sistemazione in altra procedura concorsuale per ricercatore.

L'indagine e' scaturita da una denuncia per una falsa fattura utilizzata presso il Dipartimento, dove operava uno dei destinatari delle misure cautelari e ha consentito di accertare l'appropriazione di somme da parte di quest'ultimo dalla gestione del "fondo economale" del Dipartimento con il concorso di un dipendente della medesima facolta'.

( http://palermo.repubblica.it/cronaca/2013/09/30/news/concorsi_truccati_all_universit_due_docenti_ai_domiciliari-67564334/?ref=glpr)


 DOMANDA : CI VORREBBE UN ALLARGAMENTO DELLE INDAGINI A TUTTE LE UNIVERSITA' D' ITALIA E SCOPRIREMMO CHE DI ONESTI CE NE SONO DAVVERO POCHI.
SOLUZIONE: RENDERE TRASPARENTI E CONTROLLABILI TUTTI I CONCORSI CON L'ESIBIZIONE DI TITOLI VERIFICABILI ...

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