domenica 9 giugno 2013

Esiste l’uomo planetario?



Esiste l’uomo planetario? (1° parte)

Oggi i problemi che preoccupano l’umanità hanno una dimensione mondiale e si manifestano nella loro interdipendenza all’interno del sistema planetario: lavoro, risorse, diritti, giustizia, libertà, inquinamento, guerre.
Ci vorrebbe una nuova etica universale concepita però con una nuova forma di pensiero a fondamento di una paidèia più universale. Dobbiamo cominciare a pensare che si debba includere e non escludere, pensare in termini di reciprocità, non di particolarità e di superiorità. Il nuovo imperativo storico è quello di cambiare noi stessi e educarci alla convivialità delle differenze perché siamo legati tutti a un comune destino. Lo sviluppo delle conoscenze scientifiche e delle loro applicazioni tecnologiche consegna alla responsabilità dell’uomo il futuro dell’intera specie umana e di ogni forma di vita sulla terra. Il prezzo che stiamo pagando per l’abuso delle risorse naturali ci fa capire l’interdipendenza dei problemi legati al nucleare, all’inquinamento, all’effetto serra, alla desertificazione, alla continua distruzione di specie viventi. La soluzione di questi problemi non può avvenire a livello né continentale né nazionale perché le minacce sono universali, come la bomba nucleare, ecologica, biogenetica, etnica e quindi le risposte non possono che essere universali.
 Esiste un uomo planetario? Tempo addietro Antonio Papisca tracciò il profilo di quest’uomo:
-ha il senso esistenziale dell’universalità (J. Hyppolite)
-ha il senso esistenziale della giustizia sociale su scala mondiale, dove le disuguaglianze e gli squilibri sono macroscopici;
-è aperto alla cultura della multietnicità;
-riesce a capire il pianeta e non più soltanto il proprio stato-nazione come spazio vitale di socialità e di politicità;
-capisce che lo spazio planetario deve essere ristrutturato in termini di sussidiarietà;
-esercita il diritto alla pace e il diritto alla partecipazione politica internazionale;
-conosce il Codice internazionale dei diritti umani.
A questo profilo sempre lo stesso Papisca assegnò all’uomo planetario dei ruoli che vedremo in seguito nel dettaglio.
Per ora chiediamoci: -Esiste oggi un uomo planetario o abbiamo solo individui che non hanno ancora né la coscienza della specie né la coscienza dell’habitat? (Angela)

Sono l’uomo universo

Io sono l’abitante delle pietre
Senza memoria, sete d’ombra verde;
il popolano di tutti i villaggi
e delle prodigiose capitali;
sono l’uomo universo,
marinaio di tutte le finestre
della terra stordita dai motori.
Sono l’uomo di Tokyo che si nutre
di pesciolini e bambù,
il minatore d’Europa, fratello della notte;
l’operaio del Congo e della spiaggia,
il pescatore della Polinesia,
sono l’indio d’America, il meticcio,
il giallo, il nero:
io sono tutti gli uomini.
Sopra il mio cuore firmano le genti
un patto eterno
di vera pace e fraternità.
 (Jorge Carrera Andrade- Ecuador)

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