domenica 21 aprile 2013

Elezione Napolitano

L’AMACA
MICHELE SERRA
Almeno a una cosa, questi giorni tristissimi, sono serviti. Sono serviti a chiarire una volta per tutte che nella sinistra parecchie persone odiano la sinistra. Nel senso che la combattono e forse la temono. Nel senso che ogni vero cambiamento degli assetti di potere, degli equilibri sociali, della distribuzione del reddito, metterebbe a rischio il loro potere, le loro aspirazioni, i loro interessi. Purtroppo questo pezzo della sinistra è un pezzo di Pd: quel pezzo di Pd che ha sparato su Prodi (cioè uno dei propri padri fondatori) e con gusto se possibile maggiore avrebbe sparato su Rodotà (cioè uno dei propri uomini migliori). Importa relativamente sapere se esistano, a monte di questo odio di sinistra per la sinistra, comitati d’affari o intelligenza col nemico o semplice amore per le trame sottobanco o addirittura la lecita convinzione politica che non esista, in Italia, uno spazio politico per il cambiamento. Importa moltissimo, però, capire che avere votato Pd, nelle presenti condizioni, non significa avere speso il proprio voto per una sinistra possibile (mediocre, ma possibile), come credono da molti anni milioni di elettori riformisti come me. Significa averlo dato a una sinistra impossibile. Sel è stata molto più leale con Bersani, e con il Pd, del Pd stesso. Quando si tratterà di tornare al voto ce ne ricorderemo. Eccome se ce ne ricorderemo.

Questo è stato il giudizio di Michele Serra alla giornata del 20 aprile quando si è conclusa la diatriba sull'elezione del Presidente della Repubblica e la TV ha mostrato,a conclusione dello spoglio, un Berlusconi e un Alfano soddisfatti di aver vinto sulla disfatta della sinistra, mentre nel Parlamento c'era una vera e propria standing ovation , tutti contenti di aver fottuto ancora una volta il popolo che nella piazza contestava.
 Non vi nascondo che una lacrima è scesa sul viso, quando hanno ridato la linea alla piazza , che urlava " Vergogna" e la giornalista ha intervistato un ragazzo di sedici anni. Sapete cosa vuol dire sedici anni?  Gli anni della speranza , della fede nel futuro, nella voglia di realizzare i propri sogni.
Volete sapere quali sono state le sue parole? - Non sono qui per contestare Napolitano, bensì per mostrare il mio pianto perchè ho creduto davvero che ci potesse essere il cambiamento. Voglio che mi vedano e che si ricordino-
Caro ragazzo, loro non ti vedranno , ma io ti ho visto ed ho pianto con te su questo sfacelo. Non smarrirti , continua a crederci, è difficile , lo so, ma se non continuiamo ad avere fede avranno sconfitto anche noi, noi che siamo i sognatori, noi che crediamo che un giorno tutto questo finirà... noi non possiamo essere sconfitti.
(Angela)

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