giovedì 28 marzo 2013

LA VIOLENZA




La violenza in generale è un'azione molto intensa che ha come fine il recare danno grave a una o più persone o animali e compiuta da una o più persone che operano sinergicamente. (Wikipedia)
Il danno che ne deriva non è solo di natura fisica,  lo è anche di natura psichica come nella minaccia, nel plagio, nell'imposizione d'autorità contro la volontà del soggetto; si esprime in un'attività chiamata coercizione o coartazione, in termini immediati, a lunga scadenza, subdolamente, con secondi fini. In tutti questi casi la violenza ha lo scopo di indurre nell'altro comportamenti che altrimenti non avrebbe.
La sociologia  analizza varie forme di violenza, fra le quali i modelli più frequenti sono la violenza diretta, la violenza strutturale e la violenza culturale. Contrapposto a ciò vi è lo stato di natura in cui la violenza non è prerogativa di un singolo attore, la nostra società può essere percepita come la razionalizzazione degli istinti e  della violenza al suo interno. E’ diffusa maggiormente negli ultimi tempi la violenza sessuale su donne e bambini.(violenza che spesso è nascosta dalle vittime per la paura di ulteriori ritorsioni)
Si può considerare violenza ogni abuso di potere e controllo che si manifesta attraverso il sopruso fisico, sessuale, psicologico, economico. Questi diversi tipi di violenza possono presentarsi isolatamente, ma spesso sono combinati insieme: ciò accade soprattutto quando conosciamo chi usa violenza e siamo legate a lui da un rapporto affettivo . Anche nelle aggressioni subite da estranei tuttavia la violenza fisica si può accompagnare a minacce, umiliazioni,  limitazione della libertà di movimento.
Le aggressioni possono essere evidenti (spinte, calci, pugni...), ma a volte sono più sottili, si rivolgono a qualcosa a cui tieni (animali, oggetti, i tuoi vestiti...), ai mobili della casa, a qualcosa che ti è necessario (i documenti, il permesso di soggiorno).Ma c’è la violenza psicologica in cui ritroviamo ogni mancanza di rispetto che offende e mortifica la dignità, ti critica costantemente, ti umilia, ti rende ridicola davanti agli altri, ti insulta...ti segue, controlla i tuoi spostamenti...ti impedisce di vedere i tuoi amici o i tuoi familiari...minaccia di fare del male a te o alla tua famiglia...
a volte minaccia di fare del male a se stesso, o di uccidersi, se le cose non vanno come vuole.
Contariamente a quanto si pensa la maggior parte delle violenze sessuali è opera di persone conosciute: ex partner, amici, vicini di casa, colleghi o persone con le quali esiste un rapporto e che si sentono autorizzati a non rispettare i nostri "no", in qualunque momento essi vengano pronunciati.
Come possiamo spiegare la violenza che domina e avvelena tutta la società, la famiglia, i singoli?
 I motivi sono diversi e le spinte verso il ricorso ad essa sono egualmente svariati: motivi di interesse economico, di interesse politico, e così via. Una sola spiegazione appare però certa e fondamentale: lo scarso valore dato alla vita e all'esistenza dell'uomo che affonda le sue radici in quella concezione che vede l'uomo, padrone del mondo, al centro dell'universo, capace di disporre la realtà esterna a proprio piacimento e di conseguenza agisce per ribaltare tutto quanto la società aveva costruito fino allora nell'ambito della morale, del diritto, delle regole di condotta in genere.
 La violenza come mezzo di evasione e di ribellione ai quadri sociali esistenti, alla necessità del facile guadagno, al disprezzo per la vita. Questo clima ha arrecato un affievolimento persino dei vincoli familiari, alla violenza contro tutti e anche contro se stessi.(Angela)

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